PROTESI
Nel caso di mancanza parziale o totale dei denti – che in gergo tecnico si definisce “edentulia” – entrano in gioco le protesi, che hanno il compito non solo di conservare e ripristinare la funzione masticatoria, ma rivestono anche un fondamentale ruolo estetico e consentono di avere una vita sociale normale, senza doversi vergognare di parlare o sorridere, senza doversi limitare nelle scelte alimentari. Le protesi oggi disponibili sono di diverso tipo, intervengono in modo differente a seconda del problema e si distinguono per il fatto di essere fisse oppure mobili.
Protesi fissa
La protesi fissa sostituisce i denti naturali mancanti con denti artificiali definitivi e stabili e si usa in molteplici casi, sia che manchi un solo dente, sia che manchino tutti. Si può applicare a pilastri di sostegno naturali, costituiti dai denti stessi, oppure a impianti in titanio. Nel primo caso si tratta di corone (sostituti di un solo dente) oppure di ponti (sostituti di più elementi dentari), realizzati in zirconio o ceramica: la corona, ad esempio, può essere collocata sopra un dente devitalizzato o consumato allo scopo di restituirgli forma, dimensioni e funzionalità originarie; il ponte, invece, si usa in caso di mancanza di un dente e si aggancia stabilmente ai due denti adiacenti a quello perso, i quali vengono limati e ridotti per poter accogliere e supportare il ponte.
Se, invece, è necessario sostituire più denti o addirittura intere arcate dentarie, allora si procede con impianti in titanio, che vengono inseriti chirurgicamente nell’osso mandibolare o mascellare, per fare da perno definitivo alla protesi.
Il numero di impianti che vengono inseriti nell’osso può variare, soprattutto a seconda della quantità di osso disponibile. Si distinguono, così, le tecniche “all on 4” e “all on 6”, che rispettivamente significano “tutto su 4” e “tutto su 6”. Nel primo caso vengono inseriti quattro impianti lungo il perimetro della gengiva, in punti strategici della bocca, e al di sopra di questi viene applicata una protesi fissa, che riprende fedelmente le misure e le dimensioni dell’arcata dentale originaria. Nel secondo caso, gli impianti inseriti sono sei. Rispetto all’implantologia tradizionale, questi metodi permettono al paziente il recupero del sorriso e della masticazione in una sola seduta, in quanto le protesi fisse vengono avvitate subito sugli impianti, senza attendere il periodo di osteointegrazione (da 4 a 6 mesi) necessario alle altre tecniche di implantologia.
In generale, comunque, l’utilizzo di sostegni artificiali integrati nell’osso mandibolare o mascellare ha il vantaggio di non andare a intaccare la salute dei denti ancora presenti e di garantire una migliore stabilità, per una completa riabilitazione funzionale ed estetica della masticazione.
Protesi semi fissa o combinata
La protesi semi fissa o combinata ripristina l’efficacia dell’arcata dentaria mediante il supporto di denti o impianti in titanio osteointegrati. Può essere rimossa dal paziente per un’igiene approfondita, ma al tempo stesso è saldamente fissata e resa stabile da speciali attacchi a sfera o a barra fissati su impianti dentali, che ne assicurano la funzionalità a lungo termine. Il dentista inserisce in genere 2 impianti nell’osso mandibolare (inferiore) e 4 impianti nell’osso mascellare (superiore), ai quali applica successivamente dei localizzatori a sfera oppure una barra. Nel primo caso i localizzatori funzionano come dei bottini, ai quali la protesi si aggancia con un sistema che si definisce a “clic clac”. Nel sistema a barra, invece, la protesi viene incastrata grazie a una fessura presente nella parte inferiore.
Protesi mobile
La protesi mobile si usa per sostituire una parte dei denti o l’intera arcata dentaria e può essere rimossa dal paziente per le manovre di igiene quotidiana. In genere viene realizzata in resina e altri materiali (compositi e ceramiche).
Quando va a sostituire una parte dei denti, la protesi mobile si definisce “parziale” e prende il nome tecnico di scheletrato: può venire ancorata ai denti naturali residui per mezzo di ganci, oppure attraverso attacchi metallici a denti naturali o artificiali (impianti).
In caso di completa mancanza di denti sull’arcata superiore, inferiore o su entrambe, la protesi mobile diventa “totale” ed è nota comunemente come dentiera. Appoggia sulle mucose e gengive del paziente e deve essere sottoposta a “ribasature” periodiche da parte del dentista, per consentire una buona adesione a fronte del progressivo e graduale riassorbimento osseo.